Buongiorno ragazzi,

 

e buon anno nuovo!

 

Ecco il primo post del 2018 dedicato alle curiosità. Dal momento che siete ancora in vacanza parleremo di un argomento del tutto natalizio e sicuramente molto molto gustoso.

Siete pronti?? Il post di oggi è dedicato al panettone, dolce tipico di questo periodo. Lo si mangia in tutte le zone d’Italia, ma chi di voi conosce la vera origine del panettone?

 

Secondo i nostri amici di FocusJunior la nascita del panettone ha del leggendario. In effetti non si sa con precisione quando sia stato inventato e da chi. Si sa solo che si inizia ad avere traccia dell’esistenza di questo pane dolce nella Milano dei tempi di Ludovico il Moro, verso la fine del XV secolo. Il pandoro, invece, il suo più grande rivale, fu inventato 150 anni dopo, precisamente nel 1884.

 

Le leggende del panettone sono tre.

 

Secondo la prima leggenda il panettone fu inventato da  Ugo, un falconiere di Ludovico il Moro, divenuto garzone nella bottega del pane di Toni, padre di Adalgisa, la fidanzata di Ugo.  Una notte Ugo aggiunse  una grande quantità di burro (acquistato vendendo dei falchi rubati a Ludovico il Moro) al pane che stava impastando.  Il pane di Toni divenne famosissimo in città e considerato il migliore di Milano. Nei giorni successivi, all’impasto di questo “pane speciale” venne aggiunto lo zucchero e, sotto le feste di Natale, Ugo arricchì la ricetta con uova, pezzetti di cedro candito e uva sultanina. Fu un successo: sulla tavola, a Natale, quasi non c’era milanese che non avesse il “pangrande” o il “pan del Toni” (da cui la parola panettone). Toni divenne ricco e i genitori di Adalgisa acconsentirono al matrimonio tra i due giovani.

 

La seconda leggenda, invece, ha come ambientazione proprio la corte di Ludovico il Moro. In occasione di un sontuoso banchetto di Natale, un famoso cuoco, di cui il nome è rimasto ignoto,  aveva creato personalmente l’impasto di un dolce straordinario, la cui ricetta segreta si tramandava di padre in figlio, da secoli, all’interno della sua famiglia. Non tutto, però, andò per il verso giusto e il cuoco scordò di togliere per tempo il dolce dal forno, bruciandolo e rendendolo immangiabile. Era ormai troppo tardi per prepararlo nuovamente.  Per fortuna,  un servo di nome Toni aveva tenuto per sé un po’ dell’impasto del dolce ormai perduto  a cui aveva aggiunto un po’ di frutta candita, uova, zucchero e uvetta. Voleva cuocerlo al termine del proprio lavoro per avere qualcosa di buono da mangiare. Il cuoco, scoperto l’impasto avanzato, decise di dargli forma di pane e portarlo comunque alla tavola del principe. Anche questa volta fu un successo: non solo il pan del Toni  piacque a Ludovico e ai suoi commensali, ma il cuoco fu obbligato a servirlo a tutti i banchetti natalizi degli anni successivi, e presto l’usanza si diffuse fra tutta la popolazione.

 

La terza leggenda vede protagonista  una suora:  suor Ughetta (che fosse la sorella del protagonista della prima leggenda?), cuoca di un convento milanese e che, per Natale, pensò di fare un dolce per le altre consorelle usando i pochi ingredienti disponibili nella dispensa del monastero. Al solito impasto del pane aggiunse uova e zucchero, canditi e uvette. Per benedire quel pane natalizio vi tracciò sopra, con il coltello, una croce. Le suore apprezzarono e anche questa volta, a Milano, il passaparola fu incredibilmente veloce: i milanesi cominciarono a fare offerte al convento per portare a casa un po’ di quel pane speciale.

Dunque la certezza è che il panettone sia nato a Milano e che i primi a godere della sua bontà siano stati proprio i milanesi. Chi lo abbia inventato, di preciso, probabilmente resterà sempre un mistero. Le storie si intrecciano tra oro e forse tutte e tre hanno un fondo di verità.

 

Secondo voi qual è il racconto più plausibile? Siete amanti del panettone o preferite altri dolci, magari tipici della vostra regione?

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