Nicola Saldutti, blogger per il Corriere della Sera, questa settimana vi parla di fabbriche, ovvero quei posti dove si realizzano gli oggetti e in alcuni casi anche il futuro. Qualche settimana fa il Corriere della Sera in collaborazione con ItalyPost ha realizzato un’iniziativa dal titolo “Open Factory – Fabbriche aperte” per permettere alle persone di vedere i luoghi dove si fanno le cose: i trattori, le automobili, l’energia elettrica ecc… Il giornalista vi invita a pensare alle fabbriche che avete intorno a voi; cosa fanno? Cosa producono o cosa producevano? Pensate alle tante fabbriche che nel corso degli anni hanno cambiato la tipologia della loro produzione in funzione degli interessi dei consumatori, perché il nostro modo di vivere, cambiando, fa cambiare anche l’economia. Quali sono secondo voi le caratteristiche che una fabbrica dovrebbe avere per essere compatibile con l’ambiente che la circonda, con il territorio, per riuscire ad essere competitiva tutelando comunque i diritti dei lavoratori?

Luca Tremolada, blogger per Il Sole 24 Ore, questa settimana vi parla invece di evasione fiscale che è un qualcosa di molto grave. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aggiunto che è anche un qualcosa di indecente, spiegando che non pagare le tasse porta a danneggiare la collettività, il che vuol dire meno soldi per gli asili, per gli ospedali, per tutti noi. Secondo il Presidente se tutti pagassero le tasse il giovamento che ne potremmo trarre sarebbe molteplice: aumenterebbero gli stipendi e paradossalmente diminuirebbero le tasse stesse da pagare perché vale la regola che se si paga tutti, si paga meno! In Italia si stima che il fenomeno dell’evasione fiscale costi al Paese qualcosa come 109 miliardi di euro, una cifra molto allarmante. Il giornalista vi invita a riflettere sull’importanza di pagare le tasse – che se pagate possono essere rinvestite in servizi e migliorare la vita – e sull’importanza di non lasciarsi tentare dal “nero”.

Marcella Cocchi, blogger per il quotidiano.net, questa settimana vi parla del fenomeno politico e soprattutto sociale delle “sardine” che stanno ripopolando le piazze di giovani pronti di nuovo a manifestare, pacificamente, il loro dissenso. In questo momento la parola “sardine” è una delle più ricercate sui maggior motori di ricerca online. Ma perché il nome “sardine”? Per indicare lo stare insieme, stretti come sardine – come il detto -, nel manifestare contro le varie forme di populismo. Al di là di quello che ci può essere dietro questo movimento bisogna dargli atto che grazie ad esso le piazze italiane sono tornate a riempirsi e che i giovani vogliono e possono far sentire la loro voce. Il movimento è nato dall’idea di 4 ragazzi, a Bologna, che in concomitanza di un comizio del leader leghista Matteo Salvini nella stessa Bologna, hanno invitato la gente a riempire Piazza Maggiore in segno di protesta. Dopo Bologna ci sono state tante altre piazze che sono state riempite, a Milano, Firenze, Modena, Roma ecc…Voi cosa ne pensate? Siete anche voi propensi a tornare in piazza per sostenere le vostre idee, qualunque esse siano?

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