Ciao ragazzi,
ecco i temi della decisa settimana di concorso che i tre giornalisti hanno pensato per voi!
Orsola Riva, per il Corriere della Sera, vi parla di voi e del vostro prossimo futuro nel mondo del lavoro.
La settimana scorsa Davide Casaleggio, il figlio di colui che insieme a Beppe Grillo ha fondato il Movimento 5 Stelle, in un’intervista al Corriere ha fatto una profezia nera sulla fine del mondo del lavoro come lo conosciamo oggi. Nel 2054 la maggior parte delle professioni odierne non esisterà più, spazzata dall’automazione.
Un paio di giorni dopo sempre sul Corriere si è parlato di una storia proveniente da un albergo di avanguardia del Giappone in cui metà dei dipendenti è stata licenziata perché lavorava male e costava troppo. La buona notizia è che non erano dipendenti in carne e ossa, ma degli androidi. Questo albergo aveva infatti sostituito i dipendenti umani con dei robot sofisticati e al tempo stesso molto fragili: il facchino che prelevava le valigie con la pioggia funzionava male perché i microchip bagnati andavano in corto circuito, l’assistente di camera una notte era andata in loop chiedendo “Cosa ha detto?” scambiando il russare del cliente per una vera e propria domanda. Tutto questo fa riflettere su fino a che punto i robot possono sostituirsi all’uomo, sono sofisticati certo ma non hanno l’elasticità del dipendete in carne e ossa.
La domanda per voi allora è la seguente: siete preoccupati che in qualche modo l’avvento dei robot possa sostituire la macchina umana pur con tutte le sue imperfezioni, oppure ritenete che l’uomo resterà indispensabile per il giusto funzionamento del mondo del lavoro?
In secondo luogo, la giornalista vi chiede: quale professione immaginate per il vostro futuro?
Luca Tremolada, per il Sole 24 Ore, vi parla di apprendistato per i poveri e laurea per i ricchi.
Poco prima di Natale in Inghilterra è scoppiata una polemica perchè il sistema formativo britannico è uno dei migliori al mondo però non è assolutamente egualitario. L’indicazione che è stata mandata dal segretario del Ministero dell’Istruzione è che solo chi ha le possibilità economiche può realmente studiare. Questo è un motivo di riflessione che ci fa capire se la scelta dell’Inghilterra di “ghettizzare” l’istruzione possa rivelarsi lungimirante sul lungo termine, visto che sul breve periodo sembra una scelta corretta perché il sistema ne giova: aumenta l’occupazione per esempio.
La scuola dovrebbe garantire uguali possibilità di accesso a seconda del merito e non del ceto e, in secondo luogo, i tempi in cui si ripaga la laurea diventano fondamentali per le scelte dei giovani. Si è scoperto, per esempio, che in dieci anni se abiti a Milano o a Roma la laurea colma il gap dal punto di vista retributivo rispetto a chi non l’ha conseguita ed è andato subito a lavorare. Questo perché con la laurea si guadagna di più e quindi facendo una semplificazione, a parità di condizioni, la laurea sul lungo periodo serve.
Questo è il messaggio che il giornalista vorrebbe farvi arrivare. Voi cosa ne pensate?
Marcella Cocchi, per il Quotidiano Nazionale, vi parla di Schumacher.
Si tratta di uno dei personaggi più importanti dello sport mondiale che nei giorni scorsi ha compiuto 50 anni in un modo particolare. Il pilota della Formula 1 ha festeggiato questa tappa importante della sua vita nel silenzio della convalescenza. Michael Schumacher è in modo indiscusso quello che ha vinto più di tutti nella formula 1: sette Campionati Mondiali ( due con Benetton e cinque con la Ferrari), considerato una divinità sulla pista, è caduto nel modo più umano possibile battendo la testa su un sasso durante un fuoripista mentre sciava.
C’è uno stretto riservo circa le sue condizioni di salute, ma in occasione del suo cinquantesimo compleanno molti hanno voluto ricordarlo. Tra questi anche uno dei tecnici della Ferrari che ha detto di lui che aveva forse superato piloti del calibro di Senna e Lauda perché era andato oltre anche dal punto di vista tecnico.
È stato un personaggio importantissimo nel suo sport, negli anni 90 ha portato la Ferrari a vincere dopo anni di sconfitte. Si è distinto anche per onestà quando ha ammesso di aver fatto un grande errore nel testa coda che fece fare a Villeneuve o quando a campionato in corso entrò e aiutò il suo compagno di squadra Irvine perché quell’anno non avrebbe potuto competere al titolo.
Ultima cosa, a carriera finita decise di ritornare in pista e non nella maniera più comoda, scegliendo quindi la Ferrari, ma con la Mercedes che allora non era ancora ai livelli attuali.
Un uomo che ha saputo cogliere tutte le sfide fino al limite del livello umano. Voi che miti avete dello sport?