Nicola Saldutti, blogger per il Corriere della Sera, questa settimana vi parla di quello cosa sta succedendo davvero in Iran. Come avrete certamente sentito c’è stato un attacco da parte degli Stati Uniti che ha portato all’uccisione di un leader iraniano, il Generale Soleimani. Partendo da questa notizia il giornalista vi invita a fare una serie di riflessioni su quello che rappresenta l’Iran oggi e su che Paese è, provando a collegare la storia attuale con quella passata. Quello che noi oggi chiamiamo Iran molti anni fa era l’antica Persia, la cui storia avete o state certamente studiando. Spesso quello che leggiamo sui giornali o guardiamo al telegiornale pone le radici in una storia molto lontana. In questa riflessione tenete ad esempio conto del fatto che l’Iran è una potenza nucleare, che è uno stato nato, così come lo vediamo oggi, solo nel 1979 e che è stato di fatto la prima Repubblica Islamica. Cercate quindi di capire cosa sta realmente succedendo e perché in quella parte del mondo il rischio di squilibri internazionali (alla luce del rapporto dell’Iran con l’Iraq, dell’Iran con gli Stati Uniti, tra l’Iran e Israele) potrebbe generare conseguenze catastrofiche.

Luca Tremolada, blogger per Il Sole 24 Ore, questa settimana vi parla invece dell’inquinamento dell’aria che al rientro della festività natalizie ha mandato in blocco diverse città soprattutto nell’area della Lombardia e del Veneto a causa della qualità dell’aria e delle polveri sottili oltre i limiti di guardia. In queste regioni è stato quindi deciso il blocco dei veicoli più inquinanti. Non sono mancati dei blocchi anche in altre regioni, in particolare nelle città di Roma e di Torino. Il Sole 24 Ore ha approfondito il tema: se si analizza attentamente la situazione si può prendere visione del fatto che le auto non sono l’unico elemento inquinante in circolazione; ad inquinare maggiormente in realtà sono le caldaie e l’uso, e l’abuso, che si fa del riscaldamento. Quali sono secondo voi le misure migliori per ridurre l’inquinamento atmosferico? Appurato che il blocco del traffico è una di queste, possono essercene delle altre?

Marcella Cocchi, blogger per il quotidiano.net, questa settimana vi parla dei “giganti” del Web e dei social e di come noi ogni qualche volta che li utilizziamo diamo loro un pezzo della nostra privacy. Matteo Massi, un giornalista e collega della nostra blogger, ha scritto un articolo, dal titolo “Così Google sa tutto di noi”, che in prima persona ha riportato la propria esperienza personale in relazione all’uso di Google Maps e della creazione della cosiddetta “timeline” che tiene traccia di una ogni ricerca effettuata e soprattutto di tutto ciò che è in qualche modo collegato al percorso. Per approfondire meglio l’argomento è stato intervistato un ex consulente digitale, Luca Conti, che oggi ha cambiato completamente approccio e che ha abbandonato anche i social (in netta contrapposizione con quanto fatto in passato). Secondo l’ex consulente le vie d’accesso per i big del Web sono gli smartphone e le applicazioni, sia quelle preinstallate che quelle installate successivamente per ottenere dei servizi; una volta accettate le condizioni proposte consegniamo alla rete una parte delle nostre informazioni (anche da remoto) che vengono rielaborate e targettizzate attraverso ad esempio l’invio di un determinato tipo di pubblicità. Voi cosa ne pensate di questi giganti del web un po’ spioni?

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