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Ciao ragazzi, eccoci come ogni lunedì con i temi della settimana.

 

Orsola Riva, per Corriere della Sera, vi parla di una circolare del Ministero relativa alle gite scolastiche di cui si è parlato tanto nei giorni scorsi, perché sta scaricando sui professori che accompagnano i ragazzi in viaggio una serie di responsabilità che fino ad ora non erano in capo a loro.

 

Citando la circolare: “Nel corso del viaggio gli accompagnatori dovranno prestare attenzione al fatto che il conducente di un autobus non può assumere sostanze stupefacenti, psicotrope, psicofarmaci, né bevande alcoliche, neppure in modica quantità”. Quello che viene spontaneo chiedersi è come faccia un professore a potersi accertare di tutto questo!  Il punto della circolare che ha suscitato maggior scalpore è quello relativo al controllo dello stato di usura dei pneumatici: “in maniera empirica si dovrà prestare attenzione alle caratteristiche costruttive, funzionali e ad alcuni importanti dispositivi di equipaggiamento, tra i quali l’usura dei pneumatici”.

 

In questi ultimi anni le gite scolastiche non stanno vivendo un gran momento, specie alla luce dei tragici incidenti che si sono verificati recentemente, durante l’EXPO, in cui sono morti due studenti precipitando dalle finestre dell’albergo in cui alloggiavano. Anche i professori si trovano sempre più in difficoltà, perché su di loro è scaricata la responsabilità di controllare tutto quello che accade in viaggio, tra l’altro totalmente a titolo gratuito, perchè per questo non ricevono alcun tipo di compenso. Se da un lato sono sempre di meno le scuole che fanno gite, dall’altro l’Associazione Nazionale dei Presidi ha invitato gli Istituti a cancellare questo rito “stanco”, sostituendolo con altri più attuali, moderni e meno pericolosi.

 

Voi ragazzi, cosa ne pensate delle gite scolastiche? Vale ancora la pena di partire, nonostante tutte queste difficoltà, o esistono forme più attuali, come i gemellaggi con le scuole straniere o lo svolgimento del quarto anno all’estero, in un altra scuola? In poche parole: la gita scolastica ha ancora senso oppure no?

 

 

 

Luca Tremolada per Il Sole 24 Ore vi parla di politica, ma da un punto di vista dal quale non troppo spesso siamo abituati a farlo, ovvero quello relativo alla misurazione dei suoi effetti su tutti noi.  In tanti forse non sapete che tutte le leggi, una volta che vengono annunciate, devono poi anche essere “messe a terra” con i vari decreti legislativi e attuativi, attraverso una serie di passaggi tutt’altro che automatici.

 

Nei giornali si trovano i grandi annunci relativi all’emanazione di nuove leggi, magari discusse a lungo, ma poi raramente si conosce cosa succede dopo. Ecco perché è molto importante misurare e monitorare la politica, perché altrimenti non si hanno gli strumenti per comprendere cosa accade in Italia e, soprattutto, in che modo queste leggi influenzeranno poi la nostra vita di tutti i giorni.

 

Anche voi, ragazzi, provate ad andare un po’ più a fondo: seguite un provvedimento o una legge che vi interessano o vi stanno a cuore fino alla loro attuazione e cercate di capire se e di chi sono le responsabilità qualora un progetto poi non portasse i frutti sperati.

 

 

 

Gianluigi Schiavon, per Quotidiano Nazionale, vi parla di auricolari, le “cuffie” con cui siete abituati ad ascoltare la musica o fare le telefonate con i vostri smartphone, mentre vi trovate in un qualunque luogo. Forse non sapete, però, che possono essere anche molto pericolosi tanto che dal 1993 in Italia è stata introdotta una legge che vieta l’uso degli auricolari in bici, in auto e in motocicletta. Pena per i trasgressori: una multa sino a 160 euro. Tuttavia, la legge non contempla i pedoni, le principali vittime di incidenti per distrazione dovuta proprio all’utilizzo degli auricolari.

 

La legislazione degli altri Paesi è un po’ più avanti, in questo senso, rispetto a quella italiana: proprio perché negli USA muoiono ca. 3000 pedoni l’anno per colpa degli auricolari, è stata introdotta una legge che ne vieta l’utilizzo quando si attraversa la strada. In Francia, dal luglio 2015, la legge si è fatta ancora più radicale: vieta l’utilizzo degli auricolari in auto in qualunque situazione o contesto, consentendo invece l’utilizzo del viva voce.

 

Secondo voi, in Italia, per evitare rischi di questo genere, è necessaria una legge o è sufficiente il buon senso?

 

 

 

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