Buongiorno ragazzi,

ecco i temi che i tre giornalisti vi propongono questa settimana.

Orsola Riva per Corriere della Sera vi pone di fronte a un dilemma: sareste in grado di fare a meno del vostro smartphone? E se sì, per quanto tempo? Giorni? Ore?
Lo spunto è offerto da una notizia buffa della settimana scorsa. Un giornalista del New Yorker ha postato uno screenshot del suo iPad bloccato per i prossimi 25 milioni di minuti (48 anni). A causare il blocco il figlio di tre anni che cercava inutilmente di digitare una password evidentemente sbagliata.
Fin dalla più tenera età, siamo tutti quindi dipendenti dalla tecnologia digitale, con smartphone e tablet in testa,  per non parlare dei social network. Anche a scuola vengono fatti continuamente degli esperimenti per tentare di “disintossicare” i più giovani dall’uso di smartphone, tablet e più in generale la connessione a Internet. Come per esempio l’esperimento di digiuno informatico condotto in una scuola di Pavia in cui si chiedeva ai ragazzi di sconnettersi da tutto per una settimana. Sono partiti in 43, ma sono arrivati all’obiettivo in sole 8 persone. La ragazza intervistata ha confessato di aver trovato più tempo per dedicarsi allo studio, agli amici e alle letture.
La giornalista chiede dunque a voi di fare una riflessione sul tempo trascorso dietro ai vostri device e vi chiede per quanto tempo potreste farne a meno.

Luca Tremolada de Il Sole 24Ore vi parla di etica e di intelligenza artificiale.
A Bruxelles sono state appena presentate le linee guida per l’intelligenza artificiale, sette principi che indicano come devono essere progettate queste tecnologie, al centro deve sempre esserci l’uomo.
Il primo prevede per esempio che ci sia sempre un controllo umano perché l’obiettivo è migliorare l’agire umano e i suoi diritti, ma non ridurre la sua autonomia. Il secondo prevede che gli algoritmi debbano essere sicuri, affidabili e resistenti a errori e incoerenze. Il terzo invece che gli individui debbano essere sempre informati sul trattamento dei loro dati e averne sempre il pieno controllo. Quest’ultimo è certamente centrale e ci spiega l’origine della grande attenzione nei confronti dell’intelligenza artificiale. Questi algoritmi gestiranno  un’enorme mole di dati personali e il cittadino deve essere sempre consapevole nel momento in cui cede le sue informazioni e deve comprendere che tipo di processi questi algoritmi andranno a operare. Il secondo punto invece riguarda l’utilizzo di queste tecnologie e di di chi le dovrà gestire. L’Europa ha avviato un dibattito su questi temi perché non si tratta più di sola tecnologia, ma di un discorso ben più ampio con molteplici implicazioni ben più complesse.
Il nodo più articolato da sciogliere è capire se le tecnologie devono essere lasciate libere o la società civile, la politica deve provare a condizionarne lo sviluppo. Buon dibattito!

Marcella Cocchi per Quotidiano Nazionale nel lanciarvi il tema di questa settimana parte dalla storia di Roberto il giornalaio autistico di Napoli, una vicenda toccante che dimostra che qualche volta si può trovare un modo per uscire dall’isolamento al quale può portare questa malattia. Secondo le ultime stime sono 600mila le famiglie italiane coinvolte e sarebbe un bambino su cento a essere affetto da questa malattia. I genitori di Roberto però sono riusciti a trovare delle strategie per aiutarlo e a trasformare questa malattia nella sua forza. Non è il solo caso in cui una debolezza diventa il punto di forza e Roberto non è solo. Pensiamo per esempio a Greta Thunberg di cui abbiamo parlato lungamente le scorse settimane che sta mobilitando schiere di giovani in merito ai temi legati all’ambiente e al surriscaldamento globale. Pensiamo anche a Federico de Rosa, il ragazzo di 25 anni che ha scritto un libro sull’autismo e sulla sua storia, diventato un successo in tutto il mondo.

Partendo da queste storie la giornalista chiede a voi di raccontare degli esempi di partenze in sordina, con ostacoli e grandi difficoltà che poi si sono rivelate storie di successo.

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